La questione della revisione delle macchine agricole è in discussione dal lontano 2015: Federacma condivide le modifiche al Codice della Strada in discussione al governo ma conferma la necessità di ridiscutere sulle normative relative ai mezzi agricoli e chiede una ulteriore proroga al 2025.
Sicurezza in primis
“Condividiamo le proposte di rinnovamento normativo ma se l’intento del provvedimento è quello di garantire maggiore sicurezza nella circolazione dei mezzi – ha dichiarato Gianni Di Nardo, Segretario Generale Federacma – chiediamo una forte e decisa volontà politica, oltre ogni steccato partitico, per porre fine ad una tragedia che riguarda 120 decessi l’anno legati alla mancanza o all’usura dei più basilari sistemi di sicurezza sui trattori agricoli come cinture e rollbar antiribaltamento. Con l’attuazione della revisione, Stati come Germania, Francia, Gran Bretagna e Austria hanno ridotto del 90% i decessi – ha spiegato Di Nardo – relegandoli alla mera fatalità e ci auguriamo che ciò diventi presto realtà anche in Italia, portandoci fuori dal pericolo di infrazione comunitaria”.
Il settore è in un limbo
Se da un lato non viene rispettato il dettame unionale sulla revisione, viene richiesto dallo Stato Italiano l’obbligo assicurativo per il “rischio statico” per i mezzi agricoli, seppur fermi in aree private e non circolanti. “Il recepimento della direttiva comunitaria è di impossibile attuazione in quanto vi è assenza di idonei strumenti assicurativi per tantissime fattispecie di situazioni – ha aggiunto Di Nardo –. Dopo il rinvio ottenuto con il Dl Milleproroghe, abbiamo chiesto un tavolo tecnico presso il Ministero dei Trasporti: in questi mesi non c’è stata alcuna convocazione e da lunedì la norma è tornata ad essere valida lasciandoci in un limbo che chiediamo di sanare quanto prima”. In merito è in discussione un emendamento al Dl Agricoltura, in corso di conversione in Senato, per posticiparne ulteriormente l’entrata in vigore al prossimo anno.